Legge Sabatini e finanziamenti a fondo perduto: è possibile?

Una risposta chiara e definitiva al dubbio che attanaglia molte imprese

Molte imprese si chiedono se la Legge Sabatini preveda finanziamenti a fondo perduto.

La risposta, in breve, è no: la Sabatini non è un fondo perduto nel senso classico, ma di un contributo statale in conto interessi che permette alle imprese di ridurre in modo sostanziale il costo del finanziamento per l'acquisto di beni strumentali nuovi. Un aiuto concreto, particolarmente utile per le PMI e gli artigiani bergamaschi che intendono investire in innovazione, tecnologia e sostenibilità.

Cos’è il contributo in conto interessi?

La Legge Sabatini supporta gli investimenti delle imprese mediante un contributo calcolato sugli interessi di un finanziamento convenzionale. In pratica, lo Stato “simula” un prestito a tasso fisso e restituisce una parte degli interessi all’impresa, alleggerendo il costo effettivo del finanziamento bancario o del leasing.

Il contributo è calcolato su un tasso annuo fisso, a seconda del tipo di investimento:

  • 2,75% per investimenti ordinari
  • 3,575% per investimenti digitali (Industria 4.0) o green
  • 5% per micro e piccole imprese che accedono alla misura Sabatini Capitalizzazione

La durata massima del finanziamento è di 5 anni, con importi compresi tra 20.000 e 4 milioni di euro. Il contributo viene erogato direttamente dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), in sei quote annuali, oppure in un’unica soluzione se l’importo del finanziamento non supera i 200.000 euro.

A chi si rivolge e cosa finanzia?

La Legge Sabatini è rivolta a PMI italiane regolarmente costituite, attive e iscritte al Registro Imprese. L’intervento è particolarmente strategico per le imprese di settori come l’artigianato, l’edilizia, i servizi alla persona, e il manifatturiero.

I beni finanziabili devono essere nuovi di fabbrica e strumentali all’attività aziendale, tra cui:

  • Macchinari e attrezzature
  • Impianti produttivi
  • Tecnologie digitali (CNC, software gestionali, sistemi automatizzati)
  • Beni a basso impatto ambientale (per la linea green)

In caso di investimenti 4.0 o green, è necessario che i beni rispettino requisiti tecnici precisi, come indicato negli allegati normativi 6/A e 6/B, o siano accompagnati da certificazioni ambientali o autodichiarazioni conformi agli standard europei.

Tre tipologie di investimento e aliquote applicabili

Esistono tre principali tipologie di investimento per le quali è possibile accedere a diverse aliquote agevolate, in base alle caratteristiche dei beni acquistati.

Investimenti ordinari

La prima tipologia riguarda gli investimenti ordinari, ovvero l’acquisto di beni strumentali standard che non rientrano nelle categorie digitali o a basso impatto ambientale. Per questi investimenti si applica un’aliquota agevolata del 2,75%.

Investimenti digitali

La seconda categoria è quella degli investimenti digitali, cioè tutto ciò che può essere correlato all’Industria 4.0. Rientrano in questa tipologia tecnologie interconnesse, software avanzati e sistemi di automazione e monitoraggio. In questo caso, è prevista un’aliquota agevolata del 3,575%.

Investimenti green

La terza tipologia comprende gli investimenti green, cioè finalizzati alla sostenibilità ambientale. Ne fanno parte beni e impianti a ridotto impatto ambientale, fonti rinnovabili e veicoli elettrici. Anche per questa categoria si applica un’aliquota del 3,575%.

Sabatini capitalizzazione: aliquota più alta per le piccole imprese

Alle tre tipologie di capitalizzazione si aggiunge un ulteriore benefit per le piccole imprese che rafforzano la propria struttura patrimoniale attraverso un aumento di capitale. In questo caso, infatti, è prevista una misura specifica chiamata Sabatini Capitalizzazione. Grazie a questa agevolazione, il contributo può arrivare fino al 5%, offrendo un ulteriore incentivo a chi investe nel proprio rafforzamento finanziario.

Un aiuto concreto per risparmiare sugli interessi

Uno dei vantaggi più rilevanti del contributo è il risparmio diretto sul costo del credito. Il meccanismo non modifica il tasso negoziato con la banca, ma riconosce all’impresa un rimborso calcolato su un tasso agevolato.

Facciamo un esempio pratico:

  • Su un finanziamento da 100.000 euro per beni ordinari, il contributo su 5 anni può arrivare a circa 7.000 euro.
  • Per investimenti digitali o green, con tasso al 3,575%, il contributo sale fino a 9.000 euro.
  • Se il finanziamento è sotto i 200.000 euro, l'intera somma viene erogata in un'unica soluzione, velocizzando l'effetto positivo sull’impresa.

In questo modo, l’azienda riesce ad ammortizzare il costo del finanziamento e rendere più sostenibili gli investimenti, anche in contesti di incertezza economica.

Perché la Sabatini conviene anche senza essere a fondo perduto?

Sebbene la Sabatini non rientri nelle classiche misure “a fondo perduto”, si traduce in un vantaggio economico reale e misurabile. L'impresa ottiene liquidità che compensa gli interessi bancari e rende più competitivo l'investimento, senza anticipare ulteriori costi o affrontare lunghi tempi di rimborso.

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