Come spesso capita in momenti di emergenza e di panico generale, le informazioni fuorvianti che girano in rete la fanno da padrone. Si stanno sempre di più moltiplicando i casi di consulenti e liberi professionisti che propongono alle aziende valutazioni e protocolli specifici relative al rischio coronavirus (Covid-19).
LIA Bergamo vuole fare chiarezza e condividere una serie di materiali informativi per supportare tutti i Datori di Lavoro. Partiamo dal punto principale di questo articolo: il coronavirus (Covid-19) non necessità di spazio all’interno del Documento di Valutazione dei Rischi.
Ed il motivo è abbastanza semplice da spiegare: all’interno del Documento di Valutazione dei Rischi, il Datore di Lavoro è obbligato a valutare tutti i rischi professionali, rischi che possono essere legati a:
Essendo il coronavirus (Covid-19) un rischio sociale e di comunità, non necessità di entrare a far parte della valutazione del rischio. Avete mai trovato un DVR dove si parla di influenza, raffreddore, o altre malattie di natura sociale? Non crediamo, pertanto la nostra posizione è quella di non mettere in atto azioni inutili e non richieste. Le uniche realtà oggetto di valutazione del rischio in tema di coronavirus sono tutte quella attività che espongono professionalmente i propri lavoratori a tale situazione; quindi, strutture sanitarie e laboratori di analisi, rientrano in questo caso. Come associazione Datoriale, e come Ufficio Sicurezza e Salute Ambienti di Lavoro, riteniamo più utile ed opportuno che i Datori di Lavoro ricordino ai propri lavoratori le buone prassi comunicate dalle istituzioni sanitarie e promuovano azioni, di natura sociale e comunitaria, atte a limitare la diffusione del virus.
Quali azioni si possono mettere in atto? Le abbiamo di seguito riassunte:
Approfondimento: LOCANDINA del ministero della salute sui comportamenti per prevenire il rischio contagio