I dati più recenti mostrano un quadro preoccupante: nei primi cinque mesi del 2025 si contano già 386 decessi sul lavoro, con un incremento del +4,6% rispetto allo stesso periodo del 2024.
A fronte di un leggero calo delle denunce di infortunio complessive, permane una criticità drammatica legata alla sicurezza nei luoghi di lavoro.
La Lombardia, con 42 vittime, è la regione con il numero più alto di decessi, seguita da Veneto, Campania e Sicilia. L’indice di incidenza – che misura il rapporto tra incidenti mortali e numero di lavoratori – vede otto regioni italiane nella cosiddetta zona rossa, ovvero con livelli di rischio superiori del 25% alla media nazionale.
Le aree più colpite? I settori delle Costruzioni, Manifattura, Trasporti e Commercio.
Le fasce d’età più a rischio: over 55 e over 65.
I lavoratori stranieri presentano un’incidenza di mortalità più che doppia rispetto agli italiani.
Questi numeri non possono e non devono lasciare indifferenti. Le cosiddette “morti bianche” sono tragedie evitabili: dietro ogni statistica c’è una vita, una famiglia, una comunità colpita.
Più consapevolezza, più prevenzione: da dove cominciare?
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