Con l’arrivo della stagione fredda, e la riaccensione dei riscaldamenti, torna di grande attualità il tema della manutenzione delle caldaie e degli impianti. E purtroppo, come ogni anno, si sono già verificati i primi, drammatici casi di cronaca legati all’avvelenamento da monossido di carbonio.
LIA Bergamo, insieme al Gruppo Manutentori Caldaisti Bergamaschi, vuole fare luce su alcuni concetti chiave legati a questo tema, spesso non affrontati in maniera esaustiva o corretta.
La manutenzione della caldaia a gas va fatta ogni 4 anni
Vero o no?
No. Anche se le norme nazionali prevedono intervalli di manutenzione di quattro anni, la Regione Lombardia ha attuato normative più stringenti a garanzia della sicurezza e per ridurre l’impatto ambientale. Gli impianti a gas con meno di 35kw di potenza hanno una manutenzione obbligatoria ogni due anni. Va però ricordato che alcuni modelli di caldaia potrebbero prevedere, per scelta del costruttore, intervalli più frequenti. Anche i caldaisti consigliano caldamente di effettuare controlli annuali sia per migliorare le prestazioni degli impianti, sia per prolungarne la vita. Si tratta di un investimento per posticipare esborsi più importanti in futuro!
I rischi si sono ridotti perché grazie al CURIT – Catasto degli impianti termici, non è più possibile sfuggire ai controlli
Vero o no?
No. Il Catasto Unico Regionale degli Impianti Termici è uno strumento estremamente valido e un passo nella giusta direzione. Purtroppo però, il CURIT registra la storia degli impianti CENSITI, e per i quali la manutenzione è già stata fatta almeno una volta. Paradossalmente, sono quelli più sicuri. Purtroppo, esistono moltissimi impianti mai censiti, spesso datati e pericolosi, che non sono mai stati mantenuti nella loro vita da professionisti autorizzati.
E’ impossibile controllare tutti gli impianti in modo capillare
Vero o no?
Vero, per ora. Verificare tutti gli impianti è molto difficile, ma sarebbe possibile raggiungere un ottimo livello di copertura effettuando controlli approfonditi che incrocino i dati del CURIT con quelli delle utenze attive. Salvo casi particolari ed eccezioni, un’utenza è quasi sempre legata a un impianto di riscaldamento.
Una convenzione per un prezzo calmierato migliorerebbe la sicurezza
Vero o no?
No, anzi potrebbe paradossalmente aumentare i pericoli. Imporre una convenzione a prezzo “base” porterebbe a ridurre al minimo la manutenzione anche per tutte le caldaie che sono già controllate. Ciò sarebbe particolarmente pericoloso per gli impianti che richiedono interventi consistenti, che sono quelli più critici per la sicurezza ma che così passerebbero in secondo piano. L’obiettivo della manutenzione è quello di ottenere più sicurezza, più durata, meno consumi e meno impatto ambientale, e non solo un timbro o un bollino. Sarebbe invece molto utile un programma di incentivi e iniziative in particolare per i ceti meno abbienti.
Il Gruppo Manutentori Caldaisti Bergamaschi, categoria di LIA Bergamo, raccomanda un’accurata manutenzione, al fine di evitare possibili sanzioni gravi rischi per la salute, ma anche consumi ed inquinamento inutili.